Consorzio Socio Assistenziale Alba Langhe Roero – Ciclo di inontri con caregiver famigliari di anziani non autosufficenti. Un’esperienza importante

Da Gennaio a Giugno 2021 si è tenuto un ciclo di incontri online mensili per caregiver famigliari di anziani fragili non più, o scarsamente, autosufficienti.

L’esperienza nasce dal gruppo di AUTO MUTO AIUTO, attivo da alcuni anni all’interno del Consorzio socio assistenziale Alba-Langhe-Roero poi interrotto a causa della pandemia.

Gli incontri hanno coinvolto un gruppo di circa 12 famigliari e sono stati facilitati da una psicologa e un’assistente sociale.

Il ciclo è stato realizzato dal Consorzio Socio assistenziale Sesaler, Alba-Langhe-Roero

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Vorremmo cominciare a raccontare questa esperienza partendo dalle parole chiave usate dagli stessi partecipanti.

Quali sono le cose che ha sentito di condividere con le altre persone che ha icontrato in questi incontri?

La fatica. Il bisogno di confronto. Combattere contro la paura e la sofferenza. Sentirsi accolti. La disponibilità all’ascolto

Cosa, questi incontri,  le hanno permesso di comprendere dell’esperienza che sta vivendo?

“Il fatto che sono solo a gestire due genitori anziani”

” L’importanza del perdono. In certi momenti ho avuto molta rabbia verso chi non ha saputo esserci nei momenti in cui avevo bisogno. Ma poi ho capito che potevo perdonare. Alcune volte i genitori sono stati lontani e difficili da giovani, essere in grado di perdonare oggi questa lontananza aiuta a prendersene cura con maggiore serenità”.

“Il mio desiderio di prendermi cura di chi si è preso cura di me per cosi tanto tempo, unpo di rammarico per non aver capito che forse dovevo iniziare prima.”

“Ho compreso che devo accettare che tutto è cambiato, che  è tutto da riorganizzare: tempi, luoghi, ruoli”

Cosa  ha trovato utile durante questi incontri?

Sapere di non essere solo. Poter parlare di sé

Sentirsi ricaricati

Riconoscere situazione diverse ma simili

Potersi confrontare con situazioni diverse dalla propria

Ricevere consigli da chi sa cosa vuol dire quello che si sta affrontando

Sentirsi portatori di problemi diversi da quelli di altre persone, sia pratici che personali, e non sapere con cui confrontarsi

Riconoscere che la rabbia e la frustrazioni sono reazioni normali

Uno spazio per sé

Sentirsi accolti senza giudizio

Cosa consiglierebbe ad un caregiver familiare all’inizio del suo percorso?

  • Confrontarsi con altri, non rimanere soli. (Se da un certo solleva dalla fatica di spiegare cosa si sta affrontando dall’altro comporta un aumento del carico progressivo sotto cui si rimane schiacciati.
  • Chiedere aiuto ai servizi sociali, che sono una risorsa per tutti. Ho capito solo quando era passato troppo tempo che i servizi sociali non si occupano solo di urgenze gravi.
  • Non aspettare di esser con l’acqua alla gola

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Partecipare ad incontri tra persone che si prendono cura dei propri famigliari non è una cosa facile: può suscitare dei dubbi e delle residenze l’idea di riportare il pensiero alle difficoltà che si incontrano ogni giorno e dover ascoltare anche quelle altrui.

In realtà il senso di condivisione e di comprensione reciproca ha come conseguenza un senso di alleggerimento e ricarica.

Ciò che li ha motivati a proseguire gli incontri è stato sicuramente sentirsi accolti nel gruppo e dal gruppo, senza giudizio, e la disponibilità all’ascolto

Ognuno ha potuto riconoscere nell’altro aspetti della propria esperienza oppure constatare di diversi ma altrettanto impegnativi.

prendersi cura di un genitore non più autonomo è la naturale conseguenza di un rapporto di cura e presenza che si passa da genitore a figlio, come atto di restituzione e “responsabilità di prendersi cura di chi si è preso cura di me forse fin troppo a lungoma non è sempre cosi. Qualcuno ha vissuto, l’esperienza di dover fare per il proprio genitore ciò che il genitore non è mai riuscito a fare per i figli. Un’esperienza che potrebbe essere dolorosa e frustrante se non che, come rivela la testimonianza nel gruppo, la persona riesca “a perdonare”, “ho capito in questi mesi che perdonare questa mamma così lontana e così difficile e ciò che più mi ha aiutato a prendermene cura con serenità”.

La partecipazione al gruppo ha offerto la possibilità di “sapere di non essere soli e poter parlare di sé tra simili. La possibilità di riconoscersi nell’altro pur tutti con le proprie differenze.  La sensazione è quella di sentirsi ricaricati da questo incontro-confronto e anche la disponibilità a ricevere consigli da chi sa cosa vuol dire quello che si sta affrontando”.

Mentre, al contrario, normalmente ci si sente “portatori di problemi diversi da quelli di altre persone, sia pratici che personali, e non sapere con chi confrontarsi.”

Ora capisco che la rabbia e la frustrazioni sono reazioni normali”, proprio perchè il gruppo contiene anche le emozioni negative e dimostra come dedicare un spazio e un tempo per parlarne aiuta ad elaborarle.

Questi incontri hanno anche rappresentato  “uno spazio per sé”, che è proprio una delle cose che risulta già difficile garantire a se stessi quando ci si prende una di qualcun altro.

Tutto questo è potuto accadere perchè insieme – partecipanti e facilitatori – hanno costruito uno spazio, anche se solo virtualmente, dove si è sperimentata un’autentica  “accoglienza senza giudizio”, per poter affrontare una situazione impegnativa riscoprendo che gli altri possono diventare una risorsa.

Gli incontri erano incontri di confronto sull’esperienza vissuta, non erano incontri di formazioni e neanche momenti in cui gli esperti avrebbero fornito consigli. Si è trattato di uno spazio in cui i presenti potessero condividere sia le criticità che incontravano nella funzione di supporto ad un genitori o coniuge non già autonomo, così come le risorse che hanno scoperto lungo il percorso di assunzione di questo ruolo.

La presenza dei facilitatori era rivolta sopratutto agli  aspetti emotivo-affettivo-psicologico che giocano un ruolo importantissimo nel prendersi cura di un famigliare.

Il gruppo ha rappresentato un luogo di recupero delle energie che emergevano dal confronto.

 

A cura di:

Giorgia Micene- Psicologa e Psicoterapeuta

A.S. Dott.ssa Elisabetta Oschiri – Consorzio Socio Assistenziale Alba Langhe Roero Via Manzoni, 8 – 12051 Alba. Tel. 0173-363676. eoschiri@sesaler.it